L'omino di niente

05.10.2024 18:27 di  Stefano Severi   vedi letture
L'omino di niente

1. C’era una volta un omino di niente. Aveva il naso di niente, la bocca di niente, era vestito di niente e calzava scarpe di niente. Si mise in viaggio su una strada di niente che non andava in nessuno posto. 

2. Sembra il riassunto perfetto della giornata di oggi del Cesena, eh? Eppure si tratta di un libro di 62 anni fa scritto Gianni Rodari che, insieme ad Italo Calvino, è uno dei grandi giganti della letteratura moderna italiana. Riferimenti sprecati in un’epoca in cui i ministri della Cultura sono Sangiuliano e Giuli.

3. Torniamo al nostro Cesena, praticamente mai sceso in campo all’Arena Garibaldi. Troppo timoroso, troppo impacciato, vittima delle proprie paure, potremmo dire in versione Massimo Drago.

4. Niente di grave, sia chiaro. Ci sta a sbagliare una partita, soprattutto in serie B. Non siamo più nello stesso campionato di un anno fa in cui trovavano spazio giocatori come Calderoni, Lewis o “mitraglia sotto la Mare” Santini.

5. Abboniamo quindi questa sconfitta pre-sosta, prendiamoci due settimane per far migliorare la condizione di Tommaso Berti ed evitiamo melodrammi anche in virtù di una classifica ancora piuttosto robusta.

6. Però è pur vero che Mignani non vorrà a finire anche lui a giocare a padel, quindi una non prestazione come quella odierna va analizzata, studiata e forse anche spiegata.

7. E la prima spiegazione, la più ovvia, è anche la più semplice: la mancanza totale di uno o più leader in campo in grado di dare personalità alla squadra. 

8. D’accordo, il capitano Prestia oggi è anche quello che ha siglato il gol della bandiera. Ma questa squadra ha bisogno di qualcosa in più. Soprattutto in mezzo al campo.

9. Sin dalla prima giornata abbiamo capito come l’attacco sia il punto forte di Mignani mentre la fase difensiva sia abbandonata un po’ a se stessa, con movimenti improbabili sia su palla attiva che inattiva. Però non si può sempre pensare di segnare due gol a partita, soprattutto in trasferta. Ergo bisogna migliorare anche un po’ dietro.

10. L’omino di niente era tanto stanco di tutto quel niente che si addormentò. E mentre dormiva sognò che era un omino di niente, e andava su una strada di niente, e incontrava un topo di niente e mangiava anche lui i buchi del formaggio, e il topo di niente aveva ragione: non sapevano proprio di niente.