Boicotta Erreà
1. È quasi Natale. Stanno per iniziare le feste con la squadra. Quelle con la tombola e il presentatore simpatico (a chi?) e ruspante. Quelle in cui si fa la fila per chiedere un selfie ai giocatori.
2. Ecco, questo è il Cesena, quello che veramente importa a Cesena, alla piazza e alla grande maggioranza dei tifosi. Un coro al bomber, un coro all’allenatore e uno al presidente (sì, ma chi è?).
3. Certo, difficile scendere più in basso di quando Aiello e Lewis si misero ad offrire le birre in curva mentre in porta giocava un raccomandato (intendo quello prima, sia chiaro). Però fondamentalmente Cesena è questa.
4. E allora va benissimo anche la sconfitta di Bari perché arriva con una marea di attenuanti. Su tutte quel calcio di rigore – rivisito persino dalla sala Var – non dato nel finale per un clamoroso tocco di mano.
5. Poi possiamo citare un possesso palla schiacciante, un Bari che ha tirato appena due volte in tutto l’incontro e nella ripresa non ha praticamente mai superato la metà campo o le parate di Radunovic (eh, spoiler alert, se hai un portiere vero, succede che compia vere parate).
6. Leggeremo quindi di un 1-0 immeritato, di un furto clamoroso, di un cambio di passo rispetto alla prova di Frosinone, di un Cesena che gioca a viso aperto e meglio sul campo di una delle favorite (alla vigilia) per la promozione. Roba che siamo quasi contenti di questo 1-0.
7. E in tutto questo non siamo in grado di guardare alla realtà, ovvero ad un solo punto conquistato in tre partite non propriamente difficilissime (Reggiana in casa, Frosinone e Bari fuori), di 6 gol subiti (media di due a partita) e solamente 3 realizzati.
8. Non siamo in grado di accorgerci che in difesa non sappiamo fare nemmeno una diagonale e anche sugli angoli a sfavore rischiamo ancora l’impossibile. Non siamo in grado di capire che la Figc usa la sala Var in maniera soggettiva anche quando non c’entra Marotta.
9. Non siamo in grado di capire che Kargbo è in guerra aperta con Mignani e sfoga ogni volta la sua frustrazione con ingiustificabili nervosismi che gli costeranno l’ennesima giornata di squalifica. Un provvedimento serio nei suoi confronti sarebbe un esempio anche per tutti compagni.
10. Non siamo in grado di capire che crearci continue giustificazioni non solo è inutile bensì dannoso. Bisogna riconoscere i limiti e cambiare atteggiamento, al più presto.