Il bidone volante
1. Siamo questi? E subito dopo: basterà? Ecco le due domande di ogni tifoso bianconero al triplice fischio di Cesena-Carrarese.
2. Partiamo dai fondamentali: battere la neopromossa da vincente dei play-off, ergo sulla carta principale candidate alla retrocessione, era importantissimo. Se aggiungiamo che Calabro, Panico e i carraresi sono simpatici come Ursula von der Leyen, non permettergli di festeggiare stile finale di Champions come all’ultimo incrocio è stato più che soddisfacente.
3. Poi siamo appena dopo Ferragosto, le batterie dei giocatori sono vuote come un iPhone vecchio di sei mesi e il mercato in entrata è tutt’altro che chiuso. Soprattutto in attesa di liberarci di qualche esubero, specie di quelli con l’ingaggio talmente pesante da fargli preferire l’ipotesi fuori rosa al trasferimento in altre squadre.
4. Ecco, di giustificazioni ne abbiamo tante per spiegare l’incredibile avvio di ripresa in cui Calabro è sembrato Pep Guardiola e la Carrarese ha giocato per oltre 20 minuti costantemente nella tre quarti bianconera.
5. Di più: abbiamo anche un primo tempo decisamente positivo, a tratti spettacolare, in cui quelli di casa hanno dimostrato che il modo più efficace ed efficiente per mascherare una fase difensiva alquanto insicura era quello di andare costantemente all’attacco. E lo hanno dimostrato con ottimi risultati, visto il meritato doppio vantaggio dell’intervallo.
6. Poi però la partita è cambiata grazie ad una semplice mossa tecnica della Carrarese che ha allargato gli esterni e conquistato l’assoluto predominio delle fasce laterali, conseguentemente terrorizzando i tre centrali bianconeri sempre presi in inferiorità numerica.
7. Il tempo di reazione di Mignani è stato allarmante: sono serviti ben 24 minuti per buttare dentro Adamo e Francesconi e stabilizzare una linea del fronte che stava facendo acqua da tutte le parti. Con quei cambi è cambiata nuovamente l’inerzia della partita e il Cesena ha più volte sfiorato il tris. Ma se in 24 minuti di totale dominio la Carrarese ha raccolto solo un gol, cosa potrà fare in un analogo lasso di tempo una squadra come il Sassuolo?
8. L’altro grande punto interrogativo di giornata se lo merita Van Hooijdonk, entrato in campo a poco più di dieci minuti dalla fine per spaccare la partita con lo stesso piglio di Robertone Ogunseye, di cui si candida già a degno erede.
9. È già leggenda ormai la sua presentazione al Cesena di qualche settimana fa, al termine della quale qualcuno riuscì ad intrufolarsi in sala stampa e a riprendere i giornalisti per non avergli fatto abbastanza domande sul padre Pierre, ex centravanti della nazionale olandese.
10. E qui casca l’asino: dei padri dei giocatori del Cesena proprio non ne vorremmo più sentire parlare. Da Lewis a Klinsmann fino a questo esubero del Bologna (nella scorsa stagione non ha mai giocato 90 minuti consecutivi e solo in due casi ha superato i 45) ai tifosi bianconeri interessa una sola cosa: che sia un buon giocatore e non una semplice operazione di marketing.