No country for old men
1. Ieri sera, prendendo in prestito la semantica ultras, i padovani hanno messo a segno un numero clamoroso, che a Cesena in pochissimi hanno il coraggio di fare e che non si vedeva da tempo. Forse da ben prima del caso Raciti, anno zero del tifo italiano.
2. Si potrà poi discutere della risposta di quelli di casa – non è certo questa la sede per farlo e per chiunque sia interessato al tema è facile chiedere lumi ai diretti interessati, sempre facilmente raggiungibili – però va sottolineato come in questa mossa nulla sia andato storto: nessun effetto collaterale, nessun comune tifoso coinvolto, niente di niente. Eppure il solito terrorismo all’insegna dello slogan “scontri tra tifosi” è stato subito rilanciato su media locali e nazionali.
3. Abbandonando quindi l’ottica delle tifoserie organizzate e passando a quella del tifoso comune è inevitabile abbandonare la retorica della “grande mossa” e abbracciare quella del “grande spavento” e del qualcosa di “facilmente evitabile”.
4. Ecco, prima di passare al lato sportivo di Cesena-Padova, non è forse lecito chiedersi perché i tifosi ospiti siano riusciti ad oltrepassare con disarmante facilità il sottopassaggio del Montefiore e presentarsi, aste in mano e quindi in maniera facilmente identificabile, nel fianco della Curva Mare?
5. Dov’era chi doveva controllare quelle poche centinaia di tifosi sopraggiunti dal veneto in una domenica di inizio agosto senza altri eventi ad alta criticità nel territorio limitrofo? Dov’era chi, dopo i fatti di Italia-Ungheria, di Ponte Pietra o del Mc Donald’s di Perugia, prometteva diffide e pugno di ferro?
6. Ieri abbiamo assistito all’ennesima falla nel sistema di sicurezza che governa l’impianto cesenate e all’ennesima – dopo il recente Cesena-Olbia – pubblicità poco gradevole a livello nazionale. Nei panni del primo cittadino di Cesena una telefonata a chi di dovere per chiedere spiegazioni apparirebbe inevitabile.
7. Chiuso il capitolo tifosi, maggioritario e per una volta prioritario, possiamo passare al lato sportivo vero e proprio della domenica sera, con metà Mare impegnata a sostenere la propria squadra con il calore e la passione di sempre e l’altra metà in fila nell’unico bar aperto in tutta la curva.
8. Si affrontavano due squadre divise da una categoria e l’obiettivo minimo era proprio quello di dimostrare tale divario, tecnico e tattico. Da questo punto di vista Mignani ha fatto centro.
9. Partita mai in discussione nonostante il calo fisiologico, e forse anche mentale, accusato a metà ripresa. Non tutti gli automatismi sono ancora perfettamente recepiti ma il test è stato positivo. Sia chiaro: il Padova è venuto a Cesena tutt’altro che arrendevole. È stato reso piccolo dal Cesena.
10. Ancora non sappiamo bene chi sia l’azionista di riferimento di questa squadra ma i contratti stipulati questa estate da Fabio Artico suggeriscono che l’intenzione non sia certo quella di risparmiare. Andiamo avanti, sempre con cautela, ma avanti.