"Romagna Tin Bota" non basta più
1. Se come croce da portare avete scelto quella di seguire regolarmente questa rubrica sapete che il calcio qui è secondario, è solo la scusa che ci riunisce mentre attorno tutto il resto accade. A volte cose belle, altre meno belle o persino tragiche. E questa volta parliamo di alluvione in Romagna. Già, ancora.
2. Non basta più scrivere “Tin bota”, non basta più un post sui social, non basta più (per quanto meritevole) organizzarsi in squadre di volontari per colmare evidenti lacune. Il Cesena e i suoi tifosi sono sempre in prima fila nell’attivarsi ed esprimere solidarietà ma non basta più.
3. I numeri, freddi ed incontestabili: la Romagna la scorsa estate ha compilato “una lista dei danni al governo: 8,3 miliardi di euro, di cui 4,3 per ripristinare gli argini dei fiumi e liberare le strade dalle frane. Fino ad ora i fondi stanziati sono stati molto meno: 3,8 miliardi di cui 2.5 per la messa in sicurezza del territorio. Di questi però solo 1,6 miliardi sono già stati distribuiti a Comuni, protezione civile e consorzi di bonifica per far partire i lavori”. Fonte: Zappatore 2024, L’Indipendente [1].
4. Sia chiaro però: se i soldi non sono arrivati, i lavori non sono stati fatti e l’alluvione si è ripresentata devastante come allora, non se ne può fare una questione semplicemente politica in chiave antigovernativa. Perché quando si tratta di trovare i soldi per dare armi ad un comico cocainomane ed assecondare le allucinazioni peripatetiche che ci spingono verso la Terza Guerra mondiale, allora Governo ed opposizione fanno presto a trovare e stanziare, insieme, i soldi.
5. La faccio breve: siamo sott’acqua perché il nostro paese preferisce spendere i soldi per guerre che non ci riguardano anziché per mettere in sicurezza il territorio. Quindi basta con “Romagna tin bota”. Basta, per favore.
6. E adesso veniamo finalmente alla gara di Palermo iniziata in maniera alquanto strana. Stamattina prima della riunione tecnica come al solito è stata passata la rassegna stampa a Mignani, includendo anche i giornali locali. E uno, piuttosto importante, parlava apertamente di possibile esonero del tecnico bianconero in caso di sconfitta al Barbera.
7. Si trattava palesemente di una provocazione perché parlare di esonero in questo momento è una cosa decisamente senza senso. Però Mignani è stato punto nell’orgoglio e forse anche per questo ha rivoluzionato la formazione, in difesa come in attacco. Ha avuto coraggio, ha espresso scelte che probabilmente nessuno si aspettava.
8. La partita, contro un Palermo foraggiato dai soldi del City Group, non è stata diversa da quelle precedenti, con i bianconeri sempre alla ricerca del gol e pazienza se dietro si balla un po’. Ormai lo abbiamo capito: questa squadra non sa difendere il risultato se non andando all’attacco. E così è stato oggi, fino all’ultimo minuto di recupero.
9. Il potenziale di crescita è smisurato, così come i rischi sono grandi. Lo abbiamo visto a La Spezia: basta davvero poco per trasformare un successo in una sconfitta. Al tempo stesso però anche gli ultimi acquisti si stanno integrando negli schemi di Mignani e a tratti guardare questa squadra giocare è un piacere. A tratti, sia chiaro.
10. Vorremmo tutti un po’ più di bisolismo, un Coppola o un De Feudis in mezzo al campo in grado di aggredire tutto quello che si muove per far capire che non è aria? Beh, sì, a volte non guasterebbe ma questa stagione, di transizione, ormai è stata impostata così. Palla a Shpendi o Kargbo e poi vediamo.
[1] F. Zappatore, L'Indipendente (online) - Url: https://www.lindipendente.online/2024/09/21/alluvione-in-romagna-cosa-dicono-i-dati-sul-rimpallo-di-colpe-tra-governo-e-regione