Caro Toscano, it’s a cruel cruel summer. Ora però abbi un po’ di fiducia nei tuoi ragazzi
Le calde strade estive e i marciapiedi stanno bruciando. Mi siedo. Cerco di sorridere ma l’aria è così pesante e secca… Strane voci stanno dicendo cose che non riesco a capire (cosa hanno detto?).
“È un’estate crudele” quella che volge al termine. La mancata promozione. L’addio, che vi avevamo anticipato a febbraio, di un copresidente. Un mercato che non ha soddisfatto i desiderata del tecnico. Quello stesso tecnico che è rimasto al suo posto, non si capisce bene se più o meno controvoglia. Un tecnico che ha preteso e continua a pretendere tantissimo dai propri giocatori e dalla direzione sportiva, ma che al contempo pretende troppo poco da sé stesso.
“Un’estate fa non c’eri che tu”. Malgrado nel 2022 sia stato assecondato in tutto e per tutto sulle richieste di acquisti (e cessioni! Tipo l’inspiegabile prestito di Berti), Toscano non si è assunto alcuna responsabilità del mancato raggiungimento dell’obiettivo prefissato, ovvero la promozione. E dodici mesi dopo ha trascorso tutto il pre-campionato con il broncio, infastidito e contrariato da molteplici operazioni effettuate in entrata e in uscita sull’organico a sua disposizione. D’altronde, quando vi è in atto un rimpasto nel consiglio di amministrazione e la proprietà apparecchia la tavola per la cessione della società, le esigenze dell’allenatore non possono che finire in secondo piano.
“Questo caldo mi è sfuggito di mano”. Toscano sembra lo faccia apposta. Una sfida personale lanciata all’ambiente interno ed esterno con cui si trova ad avere a che fare. Dopo l’atroce scempio andato in scena in quel di Olbia, la formazione iniziale schierata a Pontedera non può far pensare ad altro. Una persona accecata dal proprio orgoglio che sbraita ‘ho ragione io’ contro tutto e contro tutti. Nessuno fra i promettenti fanciulli nell’undici titolare, una linea mediana composta da due trentenni visibilmente indietro di condizione alla stregua di un Corazza ancora alla ricerca del suo istinto killer sotto porta.
Nei primi quarantacinque minuti è sufficiente solo un briciolo di accortezza in più rispetto alla gita in Sardegna per arrivare all’intervallo in vantaggio, invece che essere costretti ad inseguire.
Dopo l’ora di gioco si delinea il peggio: nel giro di dieci minuti la squadra subisce un gol imbarazzante e il portiere titolare si fa male; Toscano è costretto ad inserire quello di riserva. Un beffardo scherzo del destino. Neppure nella tragicomica stagione passata, quando gli avvicendamenti fra i pali erano consuetudine, si era arrivati a cambiare l’estremo difensore in corso d’opera.
“Fa troppo caldo per sopportarlo, quindi devo alzarmi e andare”. Travolto dal corso degli eventi, non è dato sapere cos’abbia pensato Toscano. Se abbia provato l’ebbrezza di sentirsi dalla parte del torto o meno. Sta di fatto che concede uno scampolo di gara a Berti, esiliato colpevolmente per un anno in viola. E malgrado i minuti a disposizione siano esigui, il talento di Calisese tramuta in gioia una partita ormai incanalata sul binario della mestizia.
Sapete quante partite ha vinto il Cesena lo scorso anno dopo aver subito un momentaneo pareggio? Due. Con Fiorenzuola e Alessandria, entrambe in casa. Lo scorso anno i pareggi degli avversari non erano mai momentanei. Un moto d’orgoglio giovanile è bastato affinché il Cesena 2023-2024, incerottato e ancora lontano dal potersi esprimere al meglio, facesse qualcosa di impossibile per il Cesena 2022-2023.
La morale di tutto ciò? Che se anche le Bananarama da quarant’anni ci cantano quanto sia crudele l’estate, poi arriva sempre l’autunno. Toscano la smetta di tenere il muso e dispensi un po’ di tutta quella fiducia che riserva per sé stesso ai suoi ragazzi. Anche se la squadra non è quella che il tecnico avrebbe voluto, questi ragazzi necessitano di qualcuno che creda in loro.