Toscano starà esultando… Dispiace per i tifosi in viaggio, ma è meglio così
L’altra volta ci avevano pensato le convocazioni delle nazionali, questa volta l’allerta meteo. A quasi due mesi di distanza dall’occasione precedente, il Cesena schiva ancora la partita peggiore.
Era accaduto per Cesena-Spal, seconda giornata di campionato inizialmente prevista per venerdì 8 settembre e poi recuperata il 27 dello stesso mese. Il Cavalluccio avrebbe dovuto giocare quella gara reduce dalla sconfitta all’esordio in Sardegna, gli estensi invece alla prima di campionato avevano raccolto una vittoria di misura sulla Vis Pesaro in quello che, ad oggi, è uno dei pochissimi acuti della loro stagione.
In quel preciso frangente, l’umore era sotto i tacchi nell’ambiente bianconero mentre a Ferrara ancora non conoscevano le sventure alle quali sarebbero andati incontro. Partita delicatissima sulla sponda romagnola, specie in virtù dell’esito che solitamente hanno i match ad alta tensione per la squadra di Toscano. Tutt’altro scenario invece a fine mese, quando Prestia e compagni avevano già randellato Pontedera, Ancona e Fermana. Nel frattempo la Spal si era arenata, stoppata tra le mura amiche dal Perugia e da un acquazzone che aveva interrotto l’incontro con la Lucchese che vedeva in vantaggio gli ospiti.
Sappiamo bene come Toscano sappia far viaggiare sulle ali dell’entusiasmo la fuoriserie che ha per le mani - perché questo Cesena è una fuoriserie in relazione al livello delle altre partecipanti al girone, così come del resto lo era il Cesena di un anno fa - mentre si incarti puntualmente all’occorrenza anche del più misero imprevisto. Nulla di cui stupirsi quindi del 3 a 1, punteggio che sarebbe potuto essere pure più largo, rifilato agli emiliani in un secondo momento.
La situazione che si è andata a configurare è del tutto analoga. La disposizione del rinvio di Virtus Entella-Cesena per allerta o emergenza meteo-idrogeologica gioca a favore del tecnico e della sua squadra.
Vero è che dalla trasferta con il Pineto si è comunque arpionato un punto, sempre sia lodato il salvifico recupero di Francesconi su Teraschi, ma la sensazione così come ad Olbia è di enorme opportunità persa. Per giunta aggravata dall’altrettanto misero pareggio interno con il Sestri Levante.
Giocare oggi a Chiavari, con una Virtus già forte di suo e corroborata dal recente filotto di successi, sarebbe stato complicatissimo per il Cesena di Toscano. Di circostanze similari se ne sono già viste a iosa nel campionato passato. A Fermo, a Lucca, a Carrara, a Fiorenzuola, a Gubbio. E il primo scorcio del torneo in corso dà tutta l’idea che le cose non siano affatto cambiate.
Questo perché puoi puntellare l’organico quanto vuoi, facendo partire chi ha deluso le aspettative e colmando le lacune tecniche emerse. Ma se a tenere il manico è la stessa persona è inevitabile che l’anima dell’undici in campo rifletta la sua impronta caratteriale: i suoi pregi ma anche, soprattutto, le sue titubanze e i suoi limiti.
Ovvio che in questo momento prevalga il dispiacere per tutti coloro che si erano messi in viaggio alla volta della Liguria e anche quelli stoppati ai nastri di partenza, per chi ha preso uno o due giorni di ferie pur di seguire la propria squadra in un viaggio di oltre settecento chilometri fra andata e ritorno, in un assurdo turno infrasettimanale.
Però, non tutto il male viene per nuocere. I pregressi della squadra di Toscano, una squadra che spesso e volentieri viene rimontata e che al contempo quasi mai è capace di rimontare, ci dicono che oggi il Cesena non era pronto per giocare a Chiavari. Ne è senz’altro consapevole lo stesso mister che con ogni probabilità ora starà esultando per il rinvio, sebbene domenica in conferenza stampa ci dirà l’esatto contrario. Meglio riparlarne fra alcune settimane. Meglio approcciare al big match con la Virtus Entella in un altro momento. Meglio attendere che la squadra da sola ritrovi sé stessa, rinvigorendosi mediante qualche vittoria per manifesta superiorità.