Chi visse sperando… attenzione perché ora il calendario si fa in salita
È andata bene. Perché ad Ancona non si è visto il Cesena autoritario che soltanto sei giorni prima si era divorato l’Entella, ma il ‘solito Cesena di Toscano’: quello che non chiude le partite, quello che si fa prendere dal nervosismo nei minuti finali e va a concedere occasioni su calcio piazzato ad avversari che aspettano solo quello. È andata bene perché ad Ancona l’epilogo sarebbe potuto essere lo stesso di Gubbio o di Carrara. È andata bene perché in questa serie C non è che serva poi molto altro; con questa precisa modalità il Cesena arpiona successi da inizio anno: a Rimini, a Reggio Emilia, ad Olbia, a Sassari ed ora pure al Del Conero. È andata bene perché quando il Cesena vince va sempre bene: questo gli viene chiesto, vincere, mica di essere scintillante.
È andata bene proprio a tutti. Pure al Condor Agostini che, non pago della figuraccia rimediata in diretta tv soltanto una settimana prima, all’intervallo ci riprova davanti alle telecamere della Rai. A sorpresa, ne esce alla grande. Quando parla dei movimenti degli attaccanti. Quando snocciola dettagli sulle condizioni del campo di gioco. Quando indovina le parole giuste per descrivere lo spirito che deve connotare i bianconeri di qui in avanti. Certo, è più facile fare bella figura se l’emittente televisiva che ti sta riprendendo non ha ordito un piano per farti fuori… Ma su questo ci torneremo più avanti perché finché c’è vit(tori)a c’è speranza, ora è troppo importante continuare ad alimentare il sogno promozione. Del regolamento di conti interno all’assetto societario, cominciato ad inizio 2022 e tuttora in corso, è più appropriato che se ne parli a giochi conclusi.
Continuare a sognare la Serie B, già. La questione è tutta qui. A fronte delle premesse di inizio stagione, ora la Serie B più che un sogno dovrebbe essere una solida realtà… Ma tant’è, se ne prenda atto e si continui a sperare in un inciampo, anzi più d’uno, di chi ci precede. Anche se “chi visse sperando morì non si può dire”. Anche se, ammesso e non concesso che chi sta davanti capitoli inaspettatamente, il Cesena dovrebbe vincere tutte le cinque gare rimanenti. E ora rimangono da affrontare gli avversari peggiori…
Solo chi non ha la benché minima cognizione di cosa sia la Serie C può pensare che adesso al Cesena si presentino cinque impegni agevoli. In questo periodo della stagione, le squadre che lottano per non sprofondare divengono bestie rabbiose disposte a tutto, lecito e non, pur di strappare punti. A Cesena dovremmo saperlo bene: dicono niente le scoppole interne con Legnago e Imolese del 2021? Oppure il 4 a 0 di Montevarchi un anno fa? Ma anche lo stesso 2 a 2 al Manuzzi ancora con il Montevarchi non più di venti giorni fa. Perché una retrocessione dalla C alla D ha impatti devastanti sulle vite delle persone coinvolte. Retrocedere fra i dilettanti per i tesserati di un club significa perdere gli anni di contratto sottoscritti, l’incertezza sul prosieguo della propria carriera e via dicendo. È molto più sconvolgente di una retrocessione dalla B alla C oppure dalla A alla B. Infatti questa tendenza di squadre nei bassifondi che cominciano ‘improvvisamente’ a vincere nell’ultimo mese e mezzo di stagione si verifica puntualmente ogni anno.
Sarebbe molto più agevole giocare ora contro qualche Pontedera o Siena che, al di là di una comparsata ai play-off, non ha altro da chiedere al campionato. Invece il menù bianconero prevede Olbia, San Donato, Vis Pesaro e Alessandria. La sola Lucchese è l’eccezione che non corre più alcun rischio. Saranno partite complicate, in cui i valori si azzereranno e il risultato sarà tutto fuorché scontato. Ma è proprio qui che nasce una grande occasione per il Cavalluccio: le contendenti approcceranno con lo spirito da “dentro fuori”, queste gare saranno quindi un ottimo test per calarsi nella migliore mentalità per chi deve disputare i play-off. Senza più pensare a chi sta davanti in classifica e nemmeno a chi sta dietro.