Chiarello non lo scopriamo oggi. Sarebbe bastato impiegarlo a dovere
Qual è stata sino a questo momento la miglior versione del Cesena nella stagione corrente? A questa domanda si risponde all’unanimità: il Cesena visto tra l’ottava e la dodicesima giornata del girone d’andata, quello capace non solo di vincere bensì di dominare contro Imolese, Reggiana, Fiorenzuola, Montevarchi e Gubbio.
Qual è stato il comune denominatore di queste cinque partite? Sono le cinque gare di campionato in cui Riccardo Chiarello (sempre titolare) ha messo in luce tutto il meglio del suo repertorio. E quando Chiarello viaggia ad alti ritmi è un giocatore che in Serie C fa la differenza.
Il trequartista ingaggiato dall’Alessandria era stato limitato per tutto il mese di settembre dall’infortunio patito durante il ritiro estivo. Dopodiché il peggio sembrava alle spalle, con Chiarello pronto a farsi carico del compito di velocizzare la manovra bianconera proprio come accaduto nei match sopraelencati. Invece cos’è successo?
È successo che Chiarello abbia steccato qualche prestazione, come ad esempio con l’Ancona tra le mura amiche. E questa opacità l’ha pagata a caro prezzo, sparendo in fretta dai radar. Pochi minuti da subentrante con San Donato Tavarnelle, bocciato dopo solo un tempo contro l’Alessandria malgrado una settimana prima avesse fatto la differenza con il suo ingresso ad inizio ripresa in quel di Pesaro. Solo panchina ad Olbia e a Carrara.
Il 2023 era iniziato con le migliori premesse: in panchina anche contro il Rimini, a Chiarello vengono concessi solo nove minuti (più recupero) nei quali dà il via all’azione con cui Adamo conquista la punizione che diverrà vincente, battuta dallo stesso Chiarello, per il gol di Prestia che decide la disputa. Tutto lascerebbe presagire ad una sua conferma, a Sassari rimane però in panchina per tutti e novanta i minuti.
Di lì in avanti Chiarello si è effettivamente smarrito, incappando in più d’una giornata no come a Fiorenzuola e nella sfida casalinga con l’Aquila Montevarchi. Però è innegabile che gli siano state fatte scontare colpe per le quali qualche suo compagno, in situazioni analoghe, era invece stato ‘perdonato’.
Il gol di domenica contro l’Olbia può rappresentare la svolta decisiva in questo finale di stagione, con Chiarello nuovamente decisivo a gara in corso. A patto che gli venga data fiducia. Che Chiarello abbia commesso errori è un dato di fatto ma è umanamente comprensibile che una persona possa sentire la fiducia venir meno se nel proprio lavoro viene costantemente messa in discussione pure quando fa bene.
Chiarello non ha mai fatto mistero di prediligere lo svariare sulla fascia. Sebbene ciò si incastri a fatica nell’impianto di gioco del Cesena, il numero dieci bianconero non ha le caratteristiche per fare l’esterno a tutta fascia, non sarebbe stato male provare una variante nella disposizione offensiva. Con una sola punta centrale, Chiarello da un lato e uno dei gemelli Shpendi sul versante opposto, disegnando un 3-4-3. Magari non dall’inizio, magari in corso d’opera nelle partite più bloccate come lo sono state quella al velodromo Attilio Pavesi di Fiorenzuola o nello sciagurato 1 a 1 interno con la Fermana…
Inutile pensarci troppo in questo momento, quel che è stato è stato. Adesso ci sono quattro gare da giocare per completare una rimonta che a un dato momento appariva ormai impossibile. Se il Cavalluccio ha intenzione di utilizzare tutte le frecce nella propria faretra per portare a compimento l’opera, è indispensabile che ora, con un Saber più che mai con il fiato corto e bisognoso di recuperare, a Chiarello venga finalmente dato spazio.