Toscano, ora finalmente vedrai la verità: un eroe si trova in te
“And then a hero comes along | with the strength to carry on | and you cast your fears aside | and you know you can survive. | So when you feel like hope is gone, | look inside you and be strong | and you’ll finally see the truth | that a hero lies in you”.
Cinque minuti alle diciassette, è il ventiduesimo della ripresa. Toscano abdica. Il tecnico bianconero rinuncia all’esercizio del suo ruolo, che sarebbe quello dell’allenatore, effettuando un cambio che fa terminare con largo anticipo la partita tra Cesena e Lucchese. Fuori Brambilla, dentro Ferrante. Tradotto: non si gioca più. Complice la precedente uscita di Chiarello in favore di un Saber ad oggi impresentabile, il Cavalluccio rifiuta l’idea di poter organizzare una manovra, una trama di gioco. Si cerca solo l’episodio. Che, puntualmente, non arriva.
Invece no. Toscano prega affinché possa trovare un eroe dalla panchina anziché cercarlo dentro sé stesso. E l’esito è la fotocopia di tante altre delusioni già mandate in archivio nella corrente annata sportiva.
“No, I can’t forget this evening | or your face as you were leaving. | But I guess that’s just the way the story goes. | You always smile, but in your eyes | your sorrow shows. | Yes, it shows…”
Delude anche nel post match il Mimmo di Calabria. Ad un certo punto ci si aspetterebbe anche un’analisi sul perché non si riesca mai a cambiare spartito quando la gara bloccata. Sul perché questo Cesena, a livello mentale, non sia affatto cresciuto dallo scorso settembre: i limiti palesati sono gli stessi visti contro il Pontedera alla quinta giornata. Sul perché questa squadra si affidi alle sole individualità dei singoli non appena va un attimo in difficoltà. Sul perché proprio nei momenti topici venga meno la mano dell’allenatore.
Invece no, Toscano punta il dito contro una condizione fisica non ottimale in certi elementi chiave dell’organico (ma la condizione fisica chi dovrebbe curarla se non lo staff di cui è a capo?). Nessuna assunzione di responsabilità.
Be’, d’altra parte, perché le responsabilità dovrebbe assumersele il mister? Con un direttore dell’area tecnica incapace di intestarsi la paternità di alcuna scelta sin qui effettuata (il calciomercato di gennaio, l’avvicendamento tra i preparatori dei portieri: nulla di nulla)… Con un presidente che rispetto alle sorti della squadra appare più interessato a lanciare la carriera del figlio - se in qualità di estremo difensore o nelle vesti di direttore marketing di una neonata impresa per allestire eventi resta ancora da capire - perché Toscano dovrebbe immolarsi come agnello sacrificale? Toscano saggiamente non si scompone dalla propria posizione, ben consapevole che chi oggi è incaricato di prendere decisioni sulla sua sorte non ha minimamente il polso della situazione, né uno straccio di idea per una valida alternativa. Quindi perché sbottonarsi?
“I can’t live | if living is without you…”
“I don’t want a lot for Christmas, there is just one thing I need | I don’t care about the presents underneath the Christmas tree. | I just want you for my own | more than you could ever know. | Make my wish come true: | all I want for Christmas is you”.
Ci sarebbe pure un altro aspetto, non trascurabile: l’amor proprio. Toscano è arrivato in Romagna con un palmarès di tutto rispetto, ma anche con l’intento di rilanciarsi dopo l’ultimo biennio non esaltante. Gli è stata chiesta la Serie B diretta e immediata, oramai pressoché svanita. Se chi sta sopra di lui non è in grado di farlo, Toscano stesso dovrebbe mettersi in discussione e interrogarsi sul perché di questo obiettivo mancato. Cominciando magari dal non trincerarsi dietro al rendimento deludente di qualche suo calciatore, ma anzi ergendosi a parafulmine di un gruppo che ha palesato tante lacune anche sotto l’aspetto caratteriale. Se ci riuscisse, c’è ancora tutto il tempo di imboccare l’uscita di emergenza. I play-off sono più che mai alla portata. Vincerli rappresenterebbe la remissione di tutti i peccati. Un colpo di spugna sulla lavagna per cancellare tutti gli errori. Anche quest’ultimo di essersi fatto imbrigliare pure dal collega Maraia, non Carey…