E ora avanti tutta con Cristian Shpendi, Ferrante e Udoh
Si può essere delusi dopo una vittoria così netta e ampia come quella del Cesena in casa del San Donato? Paradossale ma inevitabile, perché il punteggio evidenzia tutte le potenzialità inespresse di un Cavalluccio che troppe volte si è incartato su sé stesso. E brucia veramente a due giornate dal termine vedere distante quattro punti la vetta di un campionato la cui vittoria finale era ampiamente alla portata.
Senza tirare in ballo l’intera saga dei portieri (perché pure ieri… no, dai! dopo un 6 a 1 proviamo davvero a non parlarne), ecco un elenco in ordine sparso di cosa in questi mesi non è andato secondo le aspettative:
• Ferrante, dopo i tredici gol messi a segno nel campionato passato con la maglia del Foggia, quest’anno ne ha segnati solo due
• anche per Udoh il bottino è magro; le realizzazioni sono solo quattro, dopo l’infortunio non è più stato quello di prima malgrado i tredici gol nel 2021-2022 ad Olbia
• Chiarello, reduce da una promozione da protagonista con l’Alessandria e un’ottima stagione in cadetteria, non è riuscito a mettersi in luce
• Bianchi, dopo due campionati ad alto livello in serie B, spesso e volentieri è sembrato non in grado di reggere il passo nella categoria sottostante
• Kontek, malgrado la C vinta da titolare a Terni, è stato in fretta accantonato, impacchettato e spedito verso il tavoliere delle Puglie a seguito di qualche prestazione orrorifica
• Calderoni può annoverare una trentina di partite in massima serie e quasi trecentocinquanta in B… eppure ora fatica a sostenere il livello di una C abbastanza povera di contenuti
Questi i casi che saltano maggiormente all’occhio (ribadiamo: senza menzionare tutto quel che è accaduto tra i pali), dopodiché il discorso può essere esteso in tono minore anche al rendimento di altri (Albertini, Saber nel girone di ritorno).
Può succedere che un calciatore sbagli completamente la stagione. Anzi, ogni estate è da mettere in preventivo che qualcuno non renderà secondo quanto ci si attende. Però se a deludere sono così tanti e in maniera così eclatante può essere indicativo che il problema risieda altrove. Ed è doveroso che chi sta al di sopra dell’organico, il mister che si è scelto la rosa e l’area tecnica tutta, si pongano dei seri interrogativi sul proprio operato.
Ora che fare? Obbligati a ragionare in ottica play-off - perché, benché la matematica ancora lasci spazio alle più ardite fantasie, risulta difficile pensare che la Reggiana non vinca neppure una gara con Olbia e Imolese - occorre dare respiro a chi finora non si è risparmiato. E, al contempo, cercare di recuperare sotto il profilo mentale chi sino a questo momento non ha apportato il contributo sperato.
Inutile affrettare i recuperi di Prestia e Mercadante, sarebbe un rischio che non vale la pena correre. Contro la Vis Pesaro non sarebbe male vedere di nuovo Celiento fra i tre della difesa, ancora Bianchi a centrocampo, Albertini e Calderoni sulle fasce, un attacco guidato da Cristian Shpendi che potrebbe essere affiancato da uno tra Ferrante e Udoh.
Se la vittoria del campionato era obiettivo fattibile (eccome se lo era!), la logica vuole che sia possibile arrivare in B pure tramite play-off, dove ad affrontarsi sono al massimo le migliori tra le perdenti. Ma per portare a compimento il proposito ci sarà bisogno di tutti. Anche di chi (e la lista è lunga…) già da tempo è stato bollato come palla al piede quando dovrebbe ancora essere una risorsa.