A Sassari batte un cuore bianconero. Zecca: “Ho mostrato ai compagni la Curva Mare sold out”
Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più? Certo, che il destino a volte è proprio strano. L’ultima volta, in quel maledetto 8 giugno 2023 vestiva il bianconero e dalla panchina assisteva all’ennesima delusione degli ultimi anni. Il play-off perso con il Lecco è una ferita aperta nel cuore di tutti i tifosi del Cesena, ma ora non c’è più tempo per pensarci. Domenica pomeriggio le strade di Giacomo Zecca e del Cavalluccio si incroceranno ancora, ma questa volta l’ala piacentina vestirà la maglia della Torres che si giocherà al Manuzzi tutte le sue chance in questa appassionante corsa al vertice del girone B. Avviciniamoci al big-match contro i sardi con le parole del grande ex.
Sei mesi dopo rieccola al Manuzzi, emozionato?
“Sì e non potrebbe essere altrimenti. Appena pubblicati i calendari avevo segnato questa data in rosso a prescindere da quello che sarebbe stato il valore della partita per la classifica. Poi, che il Cesena fosse lì era assolutamente prevedibile. Mentre noi, beh, dopo una buona partenza siamo stati capaci anche di confermarci. Posso dire a questo punto che domenica per me ci saranno l’emozione di tornare al Manuzzi e quella di giocarsi la vetta”.
In bianconero ha collezionato 89 presenze 5 reti e 13 assist in 3 stagioni e mezzo: sente che avrebbe potuto dare di più?
“Sono stati anni intensi, ma potevo dare di più sicuramente. Ho il rammarico di non essere riuscito ad esprimere il mio reale valore. Ho avuto tanti infortuni, mi sentivo l’uomo giusto e il momento era giusto. Sono stato a Cesena dai 22 ai 25 anni, ma ho avuto tanti stop muscolari che non mi hanno permesso di mostrare quello che davvero posso dare in campo. Questo rimarrà il mio grande rammarico perché con la continuità davvero cambia il modo in cui si gioca”.
Il suo passaggio alla Torres è arrivato quasi all’improvviso, già in estate ci aveva raccontato come questa fosse per lei la scelta giusta. Oggi si sente di confermarlo?
“Non solo lo confermo, ma vi dico che mi sto trovando anche meglio di quelle che potevano essere le mie aspettative. Parlo del campo ma anche della società e dell’ambiente in generale. Sapevo di andare incontro ad una bella situazione, ma davvero è un contesto di grande livello”.
Nell’ultima intervista che ci ha rilasciato si è definito “un ottimo gregario per una squadra che punta a vincere”. Quest’anno però, stando ai numeri, sta dimostrando di poter essere qualcosa di più.
“Ero un po’ giù quando ho detto quella frase, stavo dando l’addio al Cesena ed avevo tanto rammarico. Oggi, una volta di più, so che se il mio fisico regge posso essere un top. Il mio modo di giocare è molto dispendioso e mi rende soggetto ad infortuni. Come ho detto prima, trovando continuità posso essere il titolare di una squadra che punta al vertice della serie C e non vi nascondo che non ho assolutamente abbandonato il sogno di fare il salto in categorie superiori”.
La domanda sarà forse banale ma è doverosa, si aspettava di venire qui a giocarsi la vetta a questo punto del campionato?
“Il Cesena sta battendo record su record, sta facendo un percorso incredibile. Eppure, nonostante questo, noi stiamo tenendo botta. Se ci pensate, forse, il nostro percorso è ancora più importante. Senza la Torres il Cesena sarebbe già a +12 con un campionato virtualmente chiuso. Alla fine, poi, se in due abbiamo totalizzato 80 punti un motivo ci sarà, i numeri parlano chiaro”.
Qual è il punto di forza della sua Torres? E come potete, secondo lei, far male al Cesena?
“Il nostro punto di forza è l’essere sempre propositivi, in qualsiasi situazione. Noi giochiamo sempre così in tutti i campi e contro tutti gli avversari. Abbiamo quella che definirei una ‘sana follia’, facciamo le cose in serenità e ci sentiamo liberi di mettere in pratica ciò che ci viene. Non abbiamo stress, abbiamo poca pressione. Domenica faremo la nostra partita come sempre, non ci verremo a chiudere o tantomeno giocheremo per il pareggio”.
Lei conosce i segreti del Manuzzi e quello che sarà l’ambiente, cosa dirà ai suoi compagni prima di entrare in campo?
“Per rendere un po’ l’idea, mercoledì mattina ho mostrato loro l’immagine che annunciava il sold out della Curva Mare. Sappiamo di dover affrontare lo stadio più caldo della serie C, ma quando si entra in campo è come andare in una bolla: ci si deve isolare e pensare solo ed esclusivamente a giocare”.
Ha sentito qualcuno dei suoi ex compagni?
“La settimana scorsa ho sentito Ciofi, mi dispiace che non ci sarà. Dopo tante partite da compagni di squadra mi sarebbe piaciuto affrontarlo. Per il resto, sento spesso componenti dello staff, ma questa settimana preferisco rimanere un po’ isolato e non parlerò con nessuno”.
Le mancano un po’ Cesena e la Romagna?
“Sicuramente. Quando sono andato via sapevo che mi sarebbero mancate e sta accadendo. Il mio periodo a Cesena è durato tanto, quando potrò tornerò sempre anche solo per far visita alle tante persone che ho conosciuto. Per farlo ci impiegherei almeno una settimana (ride ndr). Ora, però, sto trovando nuovi stimoli come sempre quando si cambia: in Sardegna sto bene, è una terra bellissima”.