Angelini ‘legge’ il Cesena: “Potere ai baby. Qualche ritocco. E poi…”
Cartoline sparse dalla Riviera Adriatica. C’è il solito tormentone trito e ritrito di Achille Lauro che passa su Radio Studio Delta. C’è la solita maratona di zumba in riva al mare. C’è la solita regina del gossip che (s)parla della sua vicina di ombrellone. C’è il solito tatuatissimo turista di Como che vomita nell’aria l’ultima boiata di calciomercato ‘targata’ Juventus. C’è la solita rifattissima barista di Cesenatico che ha due labbra che mi sembra Alba Parietti. E poi, seduto al bar del Bagno Onda, davanti a una bella Moretti e a qualche patatina, c’è Lui. Beppe Angelini. L’ultimo Mister Promozione del Cesena.
Angelini, ha per caso visto in tv il derby di Coppa tra Bologna e Cesena?
“Ho visto Bertozzi, ho visto…”
Che mi dice?
“Dico che la differenza di due categorie, almeno a livello di gioco e di occasioni avute, io non l’ho vista. C’era pure un rigore solare per i romagnoli che non è stato concesso (fallo di Tommaso Corazza su Adamo, ndr). Poi è chiaro, il Bologna ha vinto senza strafare. Grazie alla sua maggior esperienza, grazie alla maggior prestanza fisica di alcuni suoi elementi…”
Cosa ci lascia in mano questo derby?
“Poca roba. Quasi nulla. Gare di questo genere non fanno testo. Il calcio d’agosto è effimero. Per il Cesena ora come ora è molto più facile affrontare una squadra di Serie A in Coppa Italia piuttosto che andare, faccio un esempio, in trasferta ad Olbia in campionato. Però…”
Però?
“…però, secondo me, sta nascendo un bel Cesena. Un Cesena competitivo. La società ha fatto bene a ripartire da Toscano e dallo zoccolo duro della squadra che, la scorsa stagione, ha sfiorato la Serie B…”
Ecco, apriamo una piccola parentesi: secondo lei perché il Cesena 2022-23 ha fallito il suo obiettivo?
“Non dico nulla di nuovo se affermo che il caos portieri, la scorsa stagione, ha fatto sicuramente perdere per strada tanti punti. Punti fondamentali per la rincorsa al 1° posto. Ma alla fine, il Cesena, in B non c’è andato ‘soltanto’ perché contro il Lecco in avanti ha sbagliato di tutto e di più. Quanti gol gettati alle ortiche…”
Ora il Cesena è pronto per ridare l’assalto alla cadetteria.
“La scorsa stagione, Cesena a parte, nel girone B c’erano solo due big: Reggiana e Virtus Entella. Ora invece i bianconeri sono finiti dentro un un girone molto più difficile. Con tante pretendenti al grande salto…”
Un’ipotetica griglia di partenza?
“Col mercato ancora aperto è dura fare pronostici. Comunque, secondo me, il Cesena è più forte sia della ‘solita’ Virtus Entella che del Pescara. Perugia e Spal restano al momento indecifrabili. Anche se, tra le due retrocesse, quella che mi fa più paura è sicuramente la Spal…”
Le grandi certezze di questo Cesena?
“Pisseri e Siano sono due portieri affidabili. Dietro, il Cesena, continua ad essere messo molto bene. Corazza e De Rose hanno un anno in più ma in C restano dei califfi. Donnarumma è un ottimo innesto. E poi…”
E poi?
“E poi ci sono i giovani. Che sono già tanta roba. Cristian Shpendi, ormai, lo conosciamo già tutti: spetterà proprio a lui l’arduo compito di non far rimpiangere suo fratello Stiven. Francesconi e Giovannini mi stanno impressionando positivamente, anche a Bologna hanno sfoderato un’ottima prova. Non scordiamoci poi di Berti, che al Dall’Ara ha giocato solo uno scampolo di partita ma che secondo me meriterebbe più spazio. Molto più spazio…”
Viva i giovani, dunque.
“I giovani del vivaio sono una risorsa a bassissimo costo. I giovani del vivaio ti portano freschezza, personalità. Solitamente arrivano quasi tutti dal Territorio, dunque sono anche più attaccati alla maglia rispetto ai ‘forestieri’. Ecco perché, su questi ragazzi, bisogna sempre puntarci. SEMPRE. Non solo in Coppa Italia, non solo nelle amichevoli d’estate…”
Cosa serve a questo Cesena per potersi considerare davvero competitivo?
“Un paio di centrocampisti. In quest’ottica spero davvero che possa chiudersi la trattativa con l’ottimo Mosti. Poi, là davanti, serve un altro attaccante di valore. Ogunseye è un buon innesto, ma se vuoi vincere forse serve altro. Non puoi essere Corazza-dipendente…”
Il Cesena è tornato tra i prof ben quattro anni fa. Eppure lei, al momento, è ancora l’ultimo Mister Promozione…
“Mi auguro, tra dieci mesi, di essere qui a commentare un nuovo trionfo bianconero. Me lo auguro di cuore…”
Il vero valore di quella sua promozione arpionata a Giulianova, piano piano, lo stanno capendo un po’ tutti.
“Dirigenti, tifosi, giornalisti: in troppi nel 2019 hanno dato per scontato quello che invece non era affatto scontato. C’è un dato di fatto: non è mai facile ripartire dopo un fallimento, non è mai facile vincere subito. Noi ci siamo riusciti. Vi siete forse dimenticati in che modo quello stesso anno sono andati su il Modena e la Reggiana? Grazie a un ripescaggio. Noi, invece, la C ce la siamo meritata sul campo. Senza aiutini esterni”.
Lei, tra l’altro, quella volta a Patrignani & Friends costò due spicci.
“Caro Bertozzi, puoi dirlo forte (sospirone, ndr). Nessuno potrà battere il mio record. NESSUNO. Io sono stato l’allenatore meno pagato della storia del Cesena ad aver vinto un campionato (perlomeno negli ultimi 50 anni, ndr)”.
La ferita legata a quel divorzio forzato consumatosi dopo quella promozione è ancora aperta, vero?
“Se fossi stato il Cesena avrei confermato, oltre al sottoscritto, pure lo zoccolo duro di quella squadra. Avrei tenuto 12-13 giocatori e preso 6-7 innesti di valore. Io dico che avremmo potuto fare un campionato importante. Ma a Cesena hanno preferito fare la rivoluzione, chiamare quel tizio che allenava il Rende…”
Modesto.
“Ecco sì, Modesto…”
Resta questo il rimpianto più grande della sua carriera?
“Assolutamente sì. Ma ormai è andata…”
Mister, buon Ferragosto.
“Buon Ferragosto a te e a tutti i tifosi bianconeri. Ci becchiamo in giro…”