Il ‘vecchio’ Jack passa alla Torres, ma non prima di aver salutato. “So di non aver brillato. Dovevo fare più gol”
Ti lascio tutti i miei progetti. Le mie ‘vendette’ e la mia età. Oh, non tradirmi, sono vecchio, il tempo va…
Trattativa fulminea. Un pomeriggio per caricare i propri effetti in auto e poi due ore abbondanti di autostrada verso Piacenza. Una notte passata a casa della propria famiglia ma è subito tempo di ripartire. Biglietto di sola andata da Linate verso Sassari: Giacomo Zecca è un nuovo giocatore della Torres. Termina quindi dopo tre stagioni e mezzo l’avventura in bianconero del laterale emiliano.
Zecca, da dove partire? È una separazione dolorosa, la voce tradisce l’emozione…
“… La cosa giusta da fare era questa. Lunedì sera sono stato avvertito dal mio procuratore e ho scelto di cogliere questa opportunità”.
Avvertito solo dal procuratore? Non si aspettava quindi di cambiare squadra?
“Nell’ultimo periodo leggevo i giornali, un fondo di verità c’è sempre. Non so bene chi abbia deciso il tutto, penso sia una scelta condivisa da tutta l’area tecnica. Ma, ti dico, la cosa non mi ha dato fastidio. Ci sta. Sono consapevole di non aver brillato negli ultimi due anni. Chi ha fatto la scelta ha le sue ragioni, il calcio è così. In questi giorni si parla di Bonucci fuori rosa alla Juventus, figuriamoci se il Cesena non può mettere in discussione Zecca… È chiaro che i legami umani costruiti vanno oltre quello che è il campo e da quel punto di vista non posso che essere dispiaciuto. Ma il calcio è questo”.
La Torres è comunque una squadra che mira senza mezzi termini ad un campionato di alta classifica.
“Sono molto contento di avere un’altra chance per mettere in mostra le mie qualità. Ho trovato una società seria, che ha messo a segno acquisti importanti come Giorico dal Pordenone e Fischnaller, ma anche cordiale…”
Cordiale? Si spieghi meglio.
“A metà gennaio stavamo giocando proprio in casa della Torres quando mi sono fatto male dopo nemmeno dieci minuti. Tutto lo stadio mi ha applaudito mentre mi accompagnavano fuori in barella. E, nonostante il Cesena abbia vinto, nel post partita tutto l’ambiente ci ha riservato un’accoglienza splendida”.
Per lei è il secondo addio al Cavalluccio, dopo il prestito al Padova nei primi mesi del 2020. Sensazioni differenti?
“Sì, è completamente diverso rispetto ad allora. A quei tempi ero a Cesena da soli sei mesi e non avevo ancora capito bene l’ambiente. Eravamo in zona play-out, c’era appena stato un esonero in panchina. Ricevo una chiamata da una squadra che lotta per vincere il campionato, per forza di cose ci ho pensato… Con il senno di poi, quella è una scelta che non rifarei e non mi ha portato a chissà quale traguardo. È stato un trasferimento affrettato. Quello di oggi invece, lo ripeto, è arrivato al momento giusto”.
Torniamo al suo primo periodo in bianconero: due gol nelle prime tre uscite. Poi la sua vena realizzativa è decisamente calata…
“Eh, che ti devo dire? Si vede che quello era il mio momento. Dopodiché tutta la squadra è calata, io compreso. Con Modesto giocavo molto più avanzato, Viali invece ha indietreggiato il mio raggio d’azione. Ho segnato meno però ho realizzato qualche assist”.
Due gol, contro Sambendettese e Carpi, in tre anni…
“Più uno alla Pistoiese in Coppa Italia (ride, ndr). È uno score basso anche per uno che fa l’esterno di centrocampo. Certo, avessi segnato una decina di gol come Pierini il discorso sarebbe stato diverso. Infatti Pierini è in B mentre io sono ancora in Serie C. Qualcosa vorrà pur dire…”
E dire che Toscano nei play-off ha provato anche a schierarla come punta… Le si addice questo ruolo?
“Nel mese di attesa verso i play-off avevamo Corazza squalificato, King (Udoh, ndr) ha sempre avuto problemi fisici. Come attaccanti da schierare erano papabili i due Shpendi e Ferrante, serviva un altro nelle rotazioni. In passato ho fatto la punta e ho provato a dare una mano alla squadra. È una scelta che rifarei senz’altro, pur di aiutare i compagni”.
Cambiamo argomento e passiamo al gossip. C’è una leggenda sul suo rinnovo di contratto sul finire del 2022: si dice sia stato causa di tensioni fra la proprietà attuale e quella precedente.
“Io ho firmato il 19 settembre, non certo a ridosso del passaggio di proprietà. Non è stato annunciato nell’immediato perché proprio quel giorno mi sono fatto male in trasferta a Viterbo. La società di allora avrebbe voluto annunciare il tutto non appena mi fossi ripreso. Poi io ho avuto i problemi che ho avuto, diverse ricadute. Le cose si sono protratte e l’ufficialità è stata divulgata a maggio, quando la proprietà americana si era già insediata. Ma niente di tutto ciò è stato fatto all’oscuro di qualcun altro”.
Tuttavia c’è chi non ha gradito aver appreso la cosa con estremo ritardo. Ha avuto l’impressione che per tale ragione parte della stampa si sia accanita su di lei in maniera eccessiva? Penso a cosa venne scritto di lei dopo il pareggio interno con il Pontedera…
“Non so se le due cose siano correlate. Sta di fatto che dopo la gara con il Pontedera qualcuno mi ha voluto dipingere come scarso. Mi sono state attribuite le colpe di un gol assurdo. Allora se si guardano errori che vengono commessi tra Serie A, Premier League e via dicendo, a certi calciatori con stipendi milionari dovrebbero rescindere istantaneamente il contratto”.
Quel gol preso però, con grande complicità di Tozzo, fece perdere due punti importanti.
“Ho avuto svariate ‘gare no’ in questi anni, lo so perfettamente. Ma contro il Pontedera ero appena entrato e ho avuto giusto un quarto d’ora a disposizione. So di non appartenere a quella categoria di giocatori che possono fare i titolari fissi in una squadra di vertice della C. Ma sono anche consapevole di essere un ottimo gregario in una squadra che lotta per vincere il campionato. Questa è la mia dimensione”.
Venendo invece all’epilogo di quest’ultima stagione, che ci dice dei play-off? L’amarezza è ancora enorme…
“La cosa su cui più ho rimuginato in queste settimane è che mi sarebbe piaciuto dedicare la promozione alle famiglie colpite dall’alluvione e a Brunella Ortolani. Mi è dispiaciuto molto non poterlo fare. Mi limito a dedicare loro un pensiero qui, adesso”.
È giunto il tempo degli ultimi saluti. Zecca, lei qui a Cesena è quasi diventato ‘vecchio’. Cosa le mancherà della Romagna?
“Lascio tantissimi affetti in città. Impossibile fare nomi, non voglio scontentare nessuno. Per quanto riguarda la squadra, mi mancherà Ciofi, un amico vero. Ma pure ai fisioterapisti, tutto lo staff a partire dai magazzinieri che raramente vengono menzionati.
Un ultimo pensiero lo rivolgo alla precedente compagine societaria. Erano delle grandi persone, non saprei come altro definirle. I vari Lelli, Patrignani, Manuzzi, Martini: gente genuina e splendida.
Il popolo bianconero può stare tranquillo. Se anche le cose dovessero malauguratamente andare male, non sia mai!, sono convinto che loro potrebbero dare ancora una mano al Cesena”.