L’augurio dell’ex ds Zebi: “I romagnoli hanno la pelle dura, sapranno rialzarsi. Viali? Capolavoro assoluto…”
L’ex calciatore e direttore sportivo bianconero Moreno Zebi, dopo il biennio in coppia con William Viali, è tornato a Novara dove, a seguito di un buon inizio di campionato, è stato poi sollevato dall’incarico. Ed ora si ‘gode’, da addetto ai lavori, i play-off…
Direttore, non possiamo fare a meno di cominciare dalla tragedia che ha colpito in questi giorni la Romagna: cosa si prova a vedere così ridotti posti in cui ha vissuto?
“Provo una profonda tristezza ed un grandissimo dispiacere pensando a tutte le persone che conosco e con cui ho avuto il piacere di vivere negli anni a Cesena, sia da calciatore sia da direttore sportivo, e che stanno vivendo un dramma vero: il calcio ci piace, ci appassiona e ci riempie la vita ma qui stiamo parlando di cose ben più gravi. Mi stringo forte a tutta la popolazione, sperando che questa situazione si normalizzi il prima possibile e che nessun altro possa avere sofferenze aggiuntive a quelle già gravissime che la gente sta sopportando. Sono profondamente toccato e sono veramente vicino a tutti quanti, per quanto poco possa servire in questo momento. I romagnoli però hanno la pelle dura: sono convinto che sarà l’ennesima prova di quanto siete caparbi e volenterosi”.
Veniamo al calcio. La sua ultima squadra, il Novara, è uscita subito dai play-off. Si è spiegato il perché dei tanti stravolgimenti di quest’anno e i continui avvicendamenti in panchina?
“A dir la verità, non lo so… è abbastanza inspiegabile. Credo che di fatto ci sia poca pazienza nell’aspettare il lavoro e si ha poca conoscenza nel valutare il lavoro dei tecnici in generale: dovrebbe essere dato tempo di lavorare agli allenatori per plasmare le cose sulle proprie idee. Poi le statistiche parlano chiaro: gli avvicendamenti non portano mai niente di positivo, salvo rari casi. Quindi, statisticamente, chi cambia non ha un beneficio. se i numeri vogliono dire qualcosa…”
È vero che aveva contattato Viali per la panchina del Novara?
“No, è circolata una notizia falsa. Non è così”.
Il tecnico lombardo alla guida del Cesena è mancato proprio nelle gare da dentro-fuori. Ce la farà a salvare il Cosenza ai play-out?
“Io non lo so se ce la farà, ma Viali sta facendo un capolavoro assoluto: oggi tutti se ne sono accorti, mentre io lo sapevo prima… credo di aver fatto, insieme a Viali, un lavoro molto buono. Poi il calcio è fatto così: purtroppo la storia ci consegna il fatto che nelle partite topiche in quelle due stagioni qualcosa c’è mancato. Però nulla toglie al lavoro che si è fatto ed alla bravura del tecnico, che va ad oltre ad una sconfitta di una partita da dentro-fuori. Le abilità e le capacità di Viali oggi sono sotto gli occhi di tutti, ed io mi prendo il piccolo merito di averlo saputo prima”.
Torniamo sui play-off. Il ‘suo’ Gubbio ha battuto 2-0 l’Entella in casa… è sorpreso da questo risultato?
“Non sono sorpreso, perché l’approccio che ho rispetto ai play-off è quello di aspettarmi sempre qualcosa di imprevedibile. Il Gubbio, che sicuramente ha rispetto all’Entella un organico meno importante e meno blasonato, ha delle qualità e, secondo me, ha fatto un ottima regular season. La squadra sta dimostrando di avere le capacità per poter mettere in difficoltà chiunque… C’è un bel clima e vive questi play-off con entusiasmo e senza troppo peso: in queste competizioni può essere un’arma in più. Mi aspettavo un’Entella diversa, questo sì. Nelle gare di ritorno, credo che le squadre che devono recuperare facciano qualcosa di diverso… sarebbe bello, da appassionato, che ci siano partite intense, che lasciano comunque il risultato in bilico fino alla fine”.
Il Cesena può farcela?
“Assolutamente sì: è alla pari di altre squadre che, per organico o per il momento che stanno vivendo, sono accreditate alla vittoria. Il Cesena ha le armi per poter vincere. Dopodiché, l’abbiamo vissuto e lo stiamo vivendo, questa è una competizione strana e ricca di sorprese. Poi Cesena è il mio secondo amore ed una parte del mio cuore sarà sempre in Romagna, però io sono nato a Gubbio e la mia famiglia vive ancora lì… facciamo una bella finale play-off tra Cesena e Gubbio, così siamo tutti d’accordo”.
Quali errori fatti dal Cesena ai play-off 2020-2021 e 2021-2022 non deve fare il Cavalluccio quest’anno?
“Non c’è una regola precisa: io credo che debba giocare ‘da Cavalluccio’ come sa fare e come ha fatto per tante partite in questo campionato. E che viva questa competizione con la consapevolezza di dover fare il massimo, senza però l’oppressione di dover dimostrare qualcosa… bisogna prenderla il più serenamente possibile, concentrandosi esclusivamente sulle abilità che si hanno e che sono tante, senza fare altri ragionamenti”.
È vero che a Cesena nel mercato di gennaio l’obiettivo era Calcagni (che poi è stato uno dei primi acquisti a Novara) ma gli americani hanno preferito l’acquisto di Frieser?
“Sì, era un giocatore che avevamo attenzionato così come altri tre o quattro profili che avessero le caratteristiche di gamba e profondità, perché erano caratteristiche che ci mancavano, però poi non si fece… nessuno però ha imposto niente, si è fatta solo una scelta su un giocatore diverso in un altro ruolo, per avere anche una variante tattica. Non ci fu alcuna imposizione”.
Nei pochi mesi di convivenza, che rapporti ha coltivato con Robert Lewis?
“Con Lewis ho un rapporto molto buono: è molto curioso di conoscere una mentalità diversa, ed io tendo a trovare curiosità nel conoscere persone nuove, mi fa piacere conoscere per imparare. Tuttora ho buoni rapporti con tutti quanti, è stato piacevole conoscerli. Sia Lewis che Aiello erano entrambi molto presenti”.
Qual è il ricordo più emozionante che ha di questo biennio da ds in terra romagnola?
“Sicuramente il primo giorno: era una cosa che andava al di là del lavoro avere la possibilità di lavorare per il Cesena ed io mi sono sempre sentito molto orgoglioso di essere il ds del Cesena, quindi è stato un continuo quotidiano di grande orgoglio e fierezza di essere il direttore sportivo del Cesena”.