25 anni di stadio Manuzzi

Cesena-Inter 2-2 dell’8 maggio 1988 sancì la salvezza anticipata dei bianconeri di Bigon e la chiusura del vecchio stadio Fiorita-Manuzzi con i gradoni in legno e le impalcature in tubi Innocenti, eretti nel 1973 dopo la prima promozione in A. Dell’esigenza di dotare Cesena di un nuovo impianto se ne parlava da anni, fino a quando con la terza promozione nella massima serie si convenne che una profonda ristrutturazione dello stadio comunale non fosse più procrastinabile.
Bulldozer in azione. I lavori non partirono subito in attesa dei finanziamenti. Come soluzione provvisoria in vista della stagione 1987-’88 si decise di sopprimere la pista di atletica, portando la rete di recinzione delle curve a ridosso del terreno di gioco. Approfittando del fatto che il campionato finiva in anticipo per gli Europei in Germania, e che il Cesena giocava l’ultima partita in trasferta, già lunedì 9 maggio fuori dallo stadio bulldozer e ruspe erano pronti ad intervenire. Si iniziò ad abbattere le mura di cinta, poi a smontare le impalcature in legno e quindi a demolire i vecchi spalti in cemento armato, ad eccezione della tribuna. Al loro posto fu costruita una struttura completamente nuova su due livelli. Anche il terreno di gioco venne rifatto e “spostato” di 4 metri verso la preesistente tribuna. I lavori si protrassero per tutta l’estate, costringendo il Cesena ad emigrare per le gare di coppa Italia: a Riccione sfidò Udinese e Foggia, a Ravenna giocò contro Modena e Lecce.
Tutti al coperto. Il 9 ottobre 1988, giorno del debutto in campionato contro la Lazio, i lavori non erano stati completati: mancava la copertura e soprattutto non era stata data l’agibilità alla curva sud, ribattezzata curva Mare, che aveva sostituito il vecchio Curvone. Il Cesena però non volle rinunciare al proprio campo, così per la prima di campionato i tifosi bianconeri presero posto in curva Ferrovia, mentre i laziali furono sistemati nei distinti e in tribuna laterale. Dalla successiva gara interna contro la Fiorentina, fu aperta anche la curva Mare, pur ancora priva di copertura. Poi, nel giro di un paio di mesi, i lavori furono portati a termine e il rinnovato Manuzzi diventò il primo stadio in Italia ad essere coperto in ogni ordine di posto. Il progetto iniziale prevedeva, in un secondo tempo, anche la costruzione della nuova tribuna in modo da rendere il Manuzzi un vero catino a 360°. La difficoltà a reperire i finanziamenti necessari e la retrocessione fecero rinviare “sine die” il progetto. Era stata inoltre avanzata l’ipotesi, rimasta poi tale, di istituire dietro la curva ospite, che sorge a ridosso della linea ferroviaria, una fermata per i treni dei tifosi. La costruzione di una nuova tribuna (che è ancora quella del 1957) era tornata d’attualità tre anni fa in occasione della candidatura del Manuzzi ad ospitare alcune gare per gli Europei 2016, poi assegnati alla Francia.
Nuovo stadio? A 25 anni dalla sua costruzione il Manuzzi è ancora un gioiellino, ciò nonostante da un po’ si discute se abbatterlo per ricostruirlo in periferia. Accadrà? E se sì, quando? Intanto, è stato il primo a togliere le barriere. Due anni fa nei distinti, a breve in tribuna.