Impegni rispettati, ma nessun surplus: Tavşan ‘rimpiazza’ Marras e Partipilo

Un milione di euro tra incentivi all’esodo e prestiti onerosi, unitamente al mancato guadagno su Cristian Shpendi e alla permanenza di Chiarello, hanno ‘bloccato’ l’ultimo giorno di mercato.
01.09.2024 06:00 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Anthony Partipilo
Anthony Partipilo

L'obiettivo per questa stagione fissato da Mike Melby e John Aiello era di 12 milioni di euro per il monte ingaggi complessivo, tra rosa e staff.
Alla fine del mercato estivo dovremmo essere circa tra i 10,8 e gli 11,3 milioni di euro, premi permettendo.
Prima dell’era Melby, John sognava una raccolta fondi tra gli investitori da 25 milioni di euro per il doppio salto.

In quei 12 milioni, la società bianconera aveva messo a budget 4 milioni di euro di guadagni dalla cessione di Cristian Shpendi al Torino.
Quel budget avrebbe dato una scossa al mercato del Cesena e avrebbe permesso di dare l’assalto a Stiven Shpendi. Insomma, fratello per fratello. In precedenza Michael Aiello aveva espresso la volontà di ricomporre la coppia del gol tra gemelli, ma l’ipotesi non ha scaldato il cuore di Melby.
L’appuntamento è rinviato di un’altra stagione, quando sarà più complicato trattenere - ahinoi - Cristian, e Stiven potrebbe diventare la magnifica preda.

Mancano dunque all’appello 4 milioni di euro. Questo vuol dire che, anche in virtù degli incentivi all’esodo, i soci bianconeri hanno messo ulteriormente mano al portafoglio per tenere alta l’asticella.

Tuttavia non c’è stato l’aumento del budget che radiomercato aveva raccontato nelle ultime 24 ore per provare a portare Marras o Partipilo in bianconero, con un esborso di circa 400mila euro: quindi impegni rispettati, ma nessun surplus. Per riempire le caselle lasciate da De Rose e Ogunseye, il Cesena ha puntato sui giovani: Mendicino dall’Atalanta U23 e Tavşan dall’Hellas Verona, entrambi in prestito secco. Parte dell’ingaggio di quest’ultimo è a carico dei veneti.
L’ingaggio dei due costa al Cesena circa 200mila euro. L’ingaggio di Chiarello, che non ha trovato spazio in uscita - nuovamente convocato dalla prima squadra già per la trasferta di questa sera a La Spezia -, è di 200mila euro. La somma sono quei 400mila euro delle trattative Marras e Partipilo. Non arriva nessuno dei due perché non viene stanziato l’extra budget necessario. A quel punto, Omar Milanetto - capo dell’area scouting bianconera, già nel settore tecnico del Verona - dà l’idea Tavşan a Artico, che chiude accordo con l’Hellas.

A proposito di Ogunseye: inizialmente era stato valutato fosse un giocatore funzionale a Mignani - che predilige le fisicità importanti -. Anche per questo è stato considerato cedibile Corazza. Nel momento in cui è arrivato Syd Van Hooijdonk - un’altra torre - Ogunseye è diventato cedibile. Peraltro, con la promozione, all’attaccante lombardo era scattato il rinnovo fino al 2026: il rischio in B era che si svalutasse ulteriormente il suo cartellino. Facile che anche lui abbia inciso sul monte incentivi.

Liberarsi del contratto di giocatori che hanno mercato di fascia alta in C non è stato semplice per Fabio Artico, e di fatto ha imballato il mercato bianconero. Proprio in uscita si sono registrati i veri intoppi di questi mesi: potrebbe essere servito circa 1 milione di euro tra incentivi all’esodo e prestiti onerosi.

Luigi Silvestri è stata la cessione più contestata. Via lui, rimane Piacentini, entrambi in lista over. Silvestri doveva essere inizialmente la prima scelta tra i cambi a prescindere dagli ingressi tra i difensori, ma tra il giocatore e il settore tecnico - per volontà o meno - qualcosa si è rotto. Esasperando una situazione che poteva anche essere rimediata con una gestione diversa e che ha fatto diventare un’arma tattica da utilizzare a partita in gioco un esubero ritenuto non adatto alla serie B.

Piacentini in questo momento è davanti nelle gerarchie di campo rispetto a Pieraccini: scelta tecnica di Mignani, in funzione anche alla struttura del difensore di Sassuolo (187 cm contro 182 cm).
La costante delle scelte di mercato in entrata e di chi è rimasto è stata di impostare una stagione con giocatori più esperti in serie B - forse con meno ‘piede’ - ma fisicamente più grossi rispetto alla passata stagione: Curto (191 cm), van Hooijdonk (190 cm), Ceesay (189 cm), Mangraviti (188 cm), Piacentini (187 cm), Bastoni (181 cm), Calò (180 cm); contro De Rose (172 cm), Corazza (178 cm), Silvestri (180 cm), Varone (184 cm), Ogunseye (189 cm). Qualche eccezione c’è - ad esempio Celia (178 cm) in ingresso e Udoh (187 cm) in uscita -, ma in generale la linea di mercato è abbastanza coerente.

Giacomo Calò arriva a Cesena a titolo definitivo dal Cosenza l’11 luglio scorso. La prima scelta per il ruolo era Simone Bastoni. Inizialmente Bastoni non si sarebbe dovuto muovere da Spezia, poi c’è stata l’occasione per prenderlo e il Cesena non se l’è lasciato scappare. Non è un caso se la coppia di centrocampisti non sia ancora al top come intesa: non era previsto giocassero insieme.

Il mercato bianconero si è retto quindi su tre pilastri: l’attitudine verso giocatori esperti e fisici di mister Mignani, la volontà della società di rimanere su un monte ingaggi da 12 milioni di euro, la necessità di chiudere con chi aveva dominato in C ma non dava le garanzie ritenute necessarie in serie B.