Il Cesena tra le mani e l’America ai piedi
Il Cesena deve andare in serie B. Il Cesena è stato costruito per andare in Serie B. Il Cesena ha, nel complesso, l’organico più forte tra tutte le squadre del suo girone. Il Cesena non solo ha il potenziale per vincere 3 a 0 tutte le domeniche, ha il dovere di farlo. Anche giocando senza portiere. Se il Cesena vince con tre reti di scarto, ha fatto il suo compito. Se il Cesena vince di un gol, è al di sotto del minimo sindacale. Se il Cesena non vince, è un problema. Sempre.
Rispetto agli avversari più accreditati per contendere al Cavalluccio la vetta, il Cesena ha l’allenatore più bravo. Più esperto. Più vincente.
Il Cesena ha affidato anima e corpo al proprio tecnico. Ha preso la decisione giusta: pochi mesi sono bastati alla nuova proprietà per comprendere che, nel mondo del calcio, la via più veloce per acquisire esperienza è portarsela in casa.
Così ha scelto l’allenatore che avesse più promozioni in B tra quelli sondati e ha fatto di tutto per accontentarlo. Anche a costo di cedere il più grande talento coltivato in casa propria dai tempi di Luca Valzania. Anche a costo di sconfessare il biglietto da visita con cui si era presentata al suo approdo in Romagna. E così, tra un Berti ora alle giovanili della Fiorentina e un Frieser volatilizzato verso l’Austria senza lasciare traccia, il Cesena si è trovato con un posto libero spendibile per tesserare un nuovo estremo difensore, quanto mai necessario a seguito dell’enigmatico infortunio occorso a Minelli.
Toscano ha quindi ora il Cesena tra le sue mani e l’America ai suoi piedi. Perciò non possiamo pensare ad altro che non sia un Cavalluccio condotto in cadetteria dal trainer di Cardeto. Deve andare così. Perché il Cesena non ha alternative a Toscano. Perché, soprattutto, il Cesena non ha alternative alla Serie B.
È già arrivato il momento più difficile della stagione. Dopo un inizio che ha colto tutti di sorpresa in negativo, adesso viene la gara per eccellenza in cui il Cesena ha tutto da perdere. A Rimini si ricordano del Rimini Football Club solo in questa circostanza. Sotto l’Arco d’Augusto pure un pareggio con il Cesena verrebbe festeggiato come un successo. Figuriamoci una vittoria ai danni dei bianconeri, alle prese con una partenza ben più difficoltosa di quanto preventivato. Mentre, se a vincere dovesse essere il Cesena, non avrebbe fatto altro che il proprio dovere. Nulla di speciale.
Vedete? A volte il calcio sa essere tremendamente semplice e lineare. Quando hai uno squadrone come il Cesena di quest’anno, raccontarlo come un cruciverba o rebus indecifrabile è solo un pavido tentativo - non riuscito - di dribblare le proprie responsabilità. Non chiamatela pressione. È la realtà dei fatti.