Toscano non basta. Condor, è il tuo momento!
“Der Weg nach Hause war hart | Einen ganzen Sommer lang hatten wir gesiegt (Und jetzt?)”
Dite la verità: vi sono mancati i 10 (s)punti originali? Non vi preoccupate, la citazione in tedesco fine a se stessa ve la beccate ugualmente.
“La strada di casa era ardua | Per un’intera estate avevamo vinto (E ora?)”
E ora ci si accorge che non basta dichiarare di voler andare in Serie B per arrivarci. Torres, Fermana, Pontedera: tre indizi che fanno una prova sufficientemente consolidata. Il Cavalluccio oggi fatica con formazioni che dovranno sudarsi la salvezza. L’obiettivo era quello di uccidere il campionato, invece. Si è investito in tal senso e gare come le ultime tre teoricamente sarebbero da fagocitare.
È deleterio ora cullarsi tra dolci luoghi comuni come ‘c’è ancora tempo’, ‘il campionato è solo all’inizio’ oppure ‘anche il Modena l’anno scorso è partito a rilento’. Senza stare a guardare la classifica degli altri, il Cesena ora dovrà vincere tutte le partite che mancano nel girone d’andata per riportarsi in linea di galleggiamento con quanto si era prefissato di fare. E, ammesso che riesca a fare un filotto del genere, non avrà compiuto un’impresa straordinaria bensì avrà semplicemente adempiuto il proprio dovere.
Magari il Cavalluccio ce la farà, così ci metteremo tutti l’anima in pace.
O magari no. E non per fare l’uccello del malaugurio. Semplicemente, ad oggi, non si può evitare di considerare anche questa ipotesi. Sarebbe da sprovveduti. Questa squadra non merita né fiducia, né tempo. Questa squadra deve conquistarsi la fiducia della sua gente, partita dopo partita, cominciando dallo smettere di perdere tempo.
Che fare nel caso vada male pure contro la Recanatese? Si lasciano i ‘poveri’ Ciofi, Bianchi e mister Toscano a prendersi qualche epiteto dietro la tribuna? E basta? Poi amici come prima e sotto con la trasferta di Siena?
Non è un po’ facile così? Nessuno nega sia bello prendersi gli applausi dei tifosi sotto il settore ospiti dopo una vittoria. È bello mostrarsi impettiti alle telecamere della Rai all’intervallo di un derby. Però bisogna essere presenti, metterci la faccia, anche quando le cose vanno male. Cosa che non è stata fatta ad esempio dopo la disfatta interna al cospetto del Monopoli, con cui si è consegnata agli archivi la scorsa stagione.
Ai tifosi bianconeri era stato promesso che non si sarebbero più vissute serate come quella. Invece qui pare che di volta in volta si riviva il medesimo finale amaro. Ci è stato raccontato che uno dei due presidenti era persino dovuto tornare negli Stati Uniti a curarsi un piede, dopo aver calciato con violenza il muretto della tribuna per la rabbia dell’eliminazione ai play-off. Nessuno però ai piani alti sembra aver preso in considerazione che quell’eliminazione sia stata frutto anche delle loro scelte (sì, ribadiamolo per l’ennesima volta: tra le tante colpe c’è pure l’inconcludente acquisto di Frieser). E ora il copione potrebbe ripetersi alla stessa identica maniera.
Questo Cesena non sa vincere. È colpa di Toscano? È colpa solo di Toscano? A quanto ammonta la confidenza nei confronti del tecnico calabrese a cui è stato fatto firmare un biennale? Se al mister è stata data carta bianca in estate sulla costruzione dell’organico significa avere fiducia cieca e totale in lui. E questa non può certo venir meno dopo un solo mese di campionato. Perché lo si lascia uscire solo a confrontarsi con i tifosi? Perché non lo si legittima ulteriormente? Quesiti a cui si spera venga data al più presto risposta. Anche perché la passerella di tecnici al momento senza squadra (da Castori, fresco di esonero dal Perugia, a Mandorlini, passando per Alessandro Calori) transitati sabato per la tribuna del Manuzzi non è un bel segnale…
Un accorato appello per il ds Stefanelli, ma soprattutto per il responsabile dell’area tecnica Massimo Agostini: tutti ci auguriamo che con la Recanatese arrivino i tre punti; ma se così non dovesse essere, non lasciate che Toscano parli da solo ai tifosi (lui o qualche giocatore). Accompagnatelo e spendete qualche parola in favore di questo gruppo, di questa squadra. Date a tutto l’ambiente un bel segnale di coesione e unità d’intenti.