La Lanterna #21 | A Trieste si è visto un buon Cesena
Verranno tempi migliori. Che altro dire? Il Cesena uscito sconfitto dal Nereo Rocco di Trieste sembra tanto uno studente che, malgrado ore di studio e abnegazione, non riesce comunque a prendere la sufficienza nel compito in classe. Gli si può dare una pacca sulla spalla, riservargli una parola di conforto. “Continua ad impegnarti, le cose andranno bene”. C’è poco che gli si può rimproverare.
La vittoria della Triestina non nasce da una supremazia tattica, è frutto di episodi che sono occorsi a favore dei padroni di casa. Il fallo da rigore commesso da Tonetto è un’ingenuità grave. Però ci sono anche delle attenuanti a favore del terzino. Dal suo arrivo in bianconero sono trascorsi solo dieci giorni e non è mai facile rimpiazzare un giocatore che si è consolidato come titolare fisso; oggi sulla corsia mancina Favale è un punto fermo pressoché insostituibile.
Pure in occasione del raddoppio, benché viziato da un’irregolarità in partenza, sarebbe servita maggiore attenzione: Ciofi non può lasciare tutto quello spazio a Petrella che si addentra in area e calcia disturbato. Ma anche qui bisogna riconoscere che il capitano di giornata, sia prima che dopo quella circostanza, ha ritrovato quell’ordine e quella precisione venute meno nelle sue recenti prestazioni.
Il passo falso compiuto dal Cesena è stata la gara contro la Virtusvecomp Verona. Serviva una risposta sul campo e questa è arrivata, malgrado il risultato sia nuovamente una sconfitta. È sicuramente mancata qualità nella proposta, ma ciò era inevitabile a fronte delle tante assenze. Ma la gara del Cesena è stata di grande personalità, i bianconeri hanno dimostrato di essere una squadra che non si piange addosso e che non si abbatte nelle difficoltà. In particolare è da apprezzare il contributo offerto da chi nell’ultimo periodo ha giocato meno.
Perdere non fa mai piacere, figuriamoci due volte di fila! Ma non è il caso di amplificare la portata di questa battuta d’arresto. E non serve nemmeno rammaricarsi per il calciomercato sin qui condotto dal Cavalluccio, giudicato da tanti troppo in clima austerity. Con sei designati titolari non disponibili la situazione sarebbe comunque stata all’incirca la stessa, pure con due o tre pedine in più a disposizione.
È andata così: dà fastidio, inutile girarci attorno. Ma la legittima rabbia per il risultato conseguito non deve lasciare spazio a un immotivato sconforto. Non facciamone un dramma.