La Lanterna #22 | Calf Crusher… il campionato NON è falsato
Potevano essere tanti vitelli mandati al macello. Così non è stato. Merito dell’unità d’intenti, la famosa unione che fa la forza. Il Cesena visto in campo a Fano ha dimostrato di aver fatto tesoro della lezione patita il mese scorso, per mano della Virtus Verona. Nel secondo tempo i padroni di casa hanno fatto di tutto per ‘sporcare’ la partita; i bianconeri hanno accolto la scelta dei marchigiani e non si sono incaponiti nel voler a tutti i costi costruire gioco, sono invece andati alla ricerca dell’episodio, al duello nell’uno contro uno. Una decisione premiata dal risultato finale, che permette alla squadra di compiere un ulteriore passo di maturazione.
Potevano essere tanti vitelli mandati al macello. Già, perché come sottolineato da tutti, sebbene il periodo peggiore sia ormai alle spalle è altresì vero che a Fano è scesa in campo una formazione reduce dal covid-19. Tanti giorni di inattività, solo allenamenti individuali per chi non si era contagiato, due miseri allenamenti di squadra prima della gara. I postumi che si trascinano per giorni e giorni (chi ci è passato lo sa molto bene). A Fano il Cesena avrebbe anche potuto perdere. O se non altro, la vittoria era tutt’altro che scontata. Per giunta, contro un avversario riposato e che stava attraversando un buon momento di forma. La classica partita da tripla, una roulette da cui il Cavalluccio è riuscito ad accaparrarsi tutta la posta in palio.
Il difficile viene ora. Al di là dei tre punti corroboranti, che vanno a rinvigorire la fiducia in questo gruppo, è evidente come i quindici giorni di stop forzato vadano a penalizzare il Cesena, chiamato a fronteggiare parecchi impegni ravvicinati senza la condizione fisica ottimale.
È lecito supporre che, se il virus non avesse assalito così tanti componenti della rosa e dello staff, il Cesena avrebbe potuto fronteggiare meglio gli impegni che ci separano dalla fine del campionato? Si può pensare che avrebbe conquistato più punti? Assolutamente sì. D’altra parte le regole del gioco sono state definite in tempi non sospetti, non certo l’altro ieri. Quindi c’è poco di cui lamentarsi.
Un campionato disputato senza pubblico, con squadre costrette a fermarsi per poi dover recuperare in fretta e furia mentre gli altri proseguono regolarmente nella loro attività, è sicuramente insolito. Differente da ciò che eravamo abituati a conoscere. E possiamo pure definirlo iniquo. Però non falsato.
Le regole sono le stesse per tutti. Collocato in questo contesto, il coronavirus è un’ulteriore variabile impazzita che sposta drasticamente gli equilibri ma che fa parte di quelle incognite di fortuna e sfortuna che possono indirizzare una stagione. Non è di natura diversa da un pesante infortunio che può capitare ad una o più pedine chiave, come lo possono essere Gonnelli e Caturano.
Insomma, se vuoi prendere parte al gioco sei costretto a digerire questo boccone amaro. E sperare che fili tutto liscio, che non capiti proprio a te. In quest’ottica, il Cesena non è stato baciato dalla buona sorte. Alla fine però a parlare è sempre il campo. E la risposta arrivata dal Raffaele Mancini di Fano è quella di una squadra che non ha la benché minima intenzione di piangersi addosso.
Stringiamo i denti e non abbassiamo la guardia. Per non finire come tanti vitelli mandati al macello.