La Lanterna #26 | Dovete dirgli soltanto grazie
“È un sogno orrorifico?”
“Sto affondando velocemente?”
“Può una persona essere così cattiva da continuare a ridere e ridere di me?”
Allora, è crisi o non è crisi? Dopo la battuta d’arresto di Fermo in questa rubrica si parlava di un Cesena che, nonostante il finale in crescendo, iniziava a manifestare i primi evidenti segnali di stanchezza. A seguito della prestazione offerta domenica con la Vis Pesaro, complici le numerose ulteriori defezioni, non serve aspettare il cosiddetto terzo indizio che chiude il cerchio della prova.
Chiamatela crisi o come più preferite, sta di fatto che il Cavalluccio reduce dal covid-19 ora versa in una condizione fisica complessivamente deficitaria. Avrebbe bisogno e di almeno una settimana intera per allenarsi e ritrovare lo smalto migliore, ciò non sarà possibile per esigenze di calendario. Una situazione emergenziale.
Purtroppo una soluzione precisa non c’è. Dove non arrivano le gambe, deve arrivare la testa. E di qui a fine mese anche la tenuta mentale della truppa di Viali è un’incognita. Non bisogna però disperare. Nell’ultimo match l’approccio dei bianconeri non è stato da disprezzare. La conduzione di gara è stata ordinata, al netto delle imprecisioni dei singoli. È certamente mancato il guizzo, lo spunto vincente per guadagnarsi l’episodio a proprio favore.
Contrariamente a quanto accaduto a Fermo, non è invece mancata lucidità nell’arco dei novanta minuti. Una disamina del genere, frettolosa, lapidaria e approssimativa, può arrivare solo da chi sfoga così la propria frustrazione per i pub chiusi al sabato sera. Sedicenti esperti che scrivono da decenni malgrado siano più avvezzi al boccale di birra che alla penna o alla tastiera.
È da queste figure che ora il Cesena va protetto. Statene pur certi: a fronte di eventuali nuovi passi falsi, questi giullari che si credono re inizieranno a sentenziare dal trono su cui si sono appollaiati. Viali ed il suo staff verranno sommersi da ondate di saccenteria. Presunte lectio magistralis che andranno a discutere del pelo nell’uovo sulle scelte tattiche di turno, dimenticando il peso gravoso che oggi poggia sulle spalle di Bortolussi e compagni.
Per chi non ha avuto ancora la possibilità di vederli scritti, sappiate che già sono cominciati a piovere commenti caustici sulla squadra, su Petermann e Capellini che non sarebbero all’altezza del centrocampo della Sammaurese (mancando così di rispetto pure ai ‘pascoliani’). Preparatevi, a breve arriveranno anche in forma testuale.
Questo Cesena, da che mondo è mondo, non è esente da critiche. Da queste pagine ne sono arrivate parecchie nei mesi passati, magari anche eccessive. Ma c’erano ancora da rimuovere le scorie di una stagione particolarmente negativa (la scorsa) e delle discutibili scelte comunicative su determinate decisioni prese dalla società in estate. Ciò però è stato fatto. Comunque vadano le cose, il Cesena è già riuscito ad aumentare il valore del proprio organico grazie alle prestazioni fornite sul campo. E l’obiettivo primario della salvezza è lì, ad una manciata di punti. Anche nella disgraziata ipotesi del mancato raggiungimento dei play-off, questo campionato rimarrà migliore del precedente. A questo gruppo gli si può già dire grazie.
Adesso è il momento di stare vicino a questo Cavalluccio con il fiato corto. Il momento di condurlo al riparo dagli attacchi di chi da sempre fa la voce grossa con l’ultima ruota del carro e china la testa dinnanzi i potenti.
“Sai comprendere un bambino che piange dal dolore?”
“Puoi dargli ciò di cui ha bisogno?”
“Oppure ti senti proprio come lui?”