La Lanterna #24 | Risultato bugiardo? Peccato per quegli stivali…
Terzo pareggio per zero a zero. Il risultato ‘ad occhiali’ di Padova si va ad aggiungere a quelli ottenuti in precedenza contro Modena e Südtirol. Atipico per una squadra come il Cesena, abituata a trovare piuttosto agevolmente la via del gol. Un’anomalia come lo sono i tredici gradi durante un pomeriggio di fine febbraio. Una giornata decisamente primaverile, scandita dal sole che sovrasta prima tutta la statale Adriatica e poi pure la Romea. È davvero lunga arrivare a Padova quando non prendi l’autostrada…
Il verdetto finale potrebbe indurre chi non ha visto la partita a pensare che sia stato un incontro tranquillo, privo di sussulti. Così come sembra esserlo stato il viaggio per arrivare all’Euganeo. E invece non è così, perché nonostante nel cielo cristallino non vi sia traccia di nuvole, le strade della profonda provincia patavina paiono addentrarsi nelle insidiose paludi dell’Oklahoma: da un momento all’altro puoi venire assalito da un alligatore.
Cosimo Chiricò, il giocatore del momento sul quale sono puntati tutti i riflettori, non ha un aspetto che ricordi un coccodrillo. In avvio però è proprio fomentato da quell’irrefrenabile istinto di voler mordere la sua ex squadra. Il bianconero non gli è mai calzato a pennello, come dimostra la doppia parentesi ad Ascoli oltre a quella comparsata di sei mesi in Romagna nel 2018. Il Cavalluccio però non si fa sopraffare dalle intenzioni ‘azzannatorie’ del fantasista e riesce a guadare il Brenta. O il Chikaskia River, non che faccia grande differenza.
A onor del vero, il campo dell’Euganeo è in perfette condizioni e non assomiglia affatto ad una palude. È giusto un po’ scivoloso, nel pre-gara gli irrigatori hanno continuato ad innaffiare il prato. Dunque, il Cesena non affonda. Ma non affonda nemmeno il colpo del ko, sprecando almeno due occasioni nitidissime. Si torna quindi in riva al Savio senza quegli stivali in pelle di caimano sfoggiati da Jack Colton (interpretato da un sontuoso Michael Douglas) nelle ultime scene di All’inseguimento della pietra verde.
Ma tra un po’ non ce ne ricorderemo più della mira mal calibrata di Zecca e Favale, soli davanti a Vannucchi. Così come adesso non facciamo più caso al rigore sbagliato da Bortolussi contro gli altoatesini o al debole tiro centrale di Maddaloni nel derby con il Modena. È il triste destino degli zero a zero: così preziosi per classifica e autostima eppure così facilmente dimenticabili.
Ma in fondo è bene non pensarci troppo, la testa deve essere già proiettata a domani. Perché la Fermana, al contrario del Padova, non sarà un alligatore che regna sovrano sul proprio territorio. Ma quell’aspetto da cobra sornione, pronto a sfruttare ogni minimo errore avversario, non glielo leva nessuno.