Un cognome importante, un’impresa ‘alla Bisoli’: il Cesena riparte da Conte per ritrovarsi
Le strade tra il Cesena FC femminile e mister Ardito si separano dopo un anno e mezzo. L’allenatore lombardo, arrivato in Romagna nella primavera del 2022, è riuscito in un primo momento a risollevare la squadra e condurla verso una salvezza tranquilla, rilevando una squadra costruita con ben altre premesse che si era incanalata verso scenari di classifica inquietanti.
All’alba della stagione appena conclusa, l’obiettivo della società era quello di migliorare il piazzamento scorso, far crescere le proprie tesserate. Il mercato estivo è stato improntato in tal senso, sono arrivate giovani giocatrici di prospettiva che bilanciassero quelle di esperienza già presenti nello scacchiere bianconero.
Rispetto all’organico dell’annata precedente - che avrebbe potuto giocarsi le prime posizioni per raggiungere la A - è stato operato un cambio generazionale che ha portato una ventata d’aria fresca, facendo sì che si creasse un buon gruppo. La qualcosa ha avuto riscontri nella prima parte di stagione, molto positiva, con il Cesena che a gennaio prima dello scontro diretto si trovava a meno due dalla Lazio capolista.
Da dicembre hanno cominciato a palesarsi i primi problemi: sul mercato è stata ceduta l’attaccante di maggior esperienza (Fabiana Costi) perché il mister non la trova più idonea al suo gioco, dimenticando quello che la calciatrice aveva fatto per questi colori e le castagne dal fuoco che aveva tolto più di una volta. Il tecnico ha spinto affinché il direttore Sanna esaudisse le sue richieste. Sono arrivate cinque calciatrici: Kiamou, Alkhovik, Miotto, Mak e Sechi. Solo le ultime due hanno saputo stupire in positivo. Le altre non hanno dato l’apporto che ci si attendeva.
Il girone di ritorno è stato dunque più complicato, complici anche gli infortuni e una difficoltà maggiore nel trovare le giuste contromisure alle avversarie. Spesso è capitato di trovare in campo una squadra con diversi elementi schierati fuori ruolo; emblematica la partita a Napoli, conclusa 4 a 0 per le padrone di casa: posizionare la capitana Pastore a centrocampo è stata una scelta suicida.
Ad inizio marzo giunge l’episodio che porta alla rottura definitiva: il 12 si sarebbe disputato il derby in casa del Ravenna; qualche giorno prima, il mister ha spinto affinché si organizzasse un’amichevole di lusso a Sassuolo, deleteria in funzione della classica preparazione settimanale di una gara. Oltre al danno, la beffa: proprio in Emilia si è rotta il crociato l’attaccante (Galli). Ci si è ritrovati a giocare il girone di ritorno come una sola prima punta di ruolo (Sechi), questo ha portato alcune giocatrici come Ploner a giocare prima punta quando è palese che non sia il ruolo adatto a lei. La giovane ungherese ha sempre fatto bene quando è stata messa dietro le attaccanti.
Di lì in avanti è emersa quanto fosse distante e nient’affatto condivisa la visione del tecnico e della società: Ardito ambisce, legittimamente dal canto suo, a grandi palcoscenici. Ma tutto ciò strideva con la presenza fissa in panchina di un suo fidatissimo collaboratore tecnico espulso ben quattro volte in stagione per insulti e urla. Si è trascurata quella sana ‘mentalità provinciale’ che da sempre fa le fortune di questo club.
Nell’immediato, l’approccio di Ardito ha condotto a qualche risultato di spicco: l’intensa preparazione estiva, decisamente meno blanda rispetto al passato, ha prodotto benefici. Ma non appena la tendenza di risultati ha preso una piega negativa, i nodi sono venuti al pettine. La gestione dello spogliatoio ne ha risentito, con il mister poco propenso ad assumersi le responsabilità di qualche sconfitta a discapito di una serenità che veniva meno tra le ragazze. Si è dato troppo peso a quanto scrivessero testate online o cartacee, senza affrontare la questione con pragmatismo.
Ardito, sebbene non abbia mai proposto chissà quale gioco spettacolare o che mettesse a risalto il collettivo, ha sicuramente avuto un’impronta importante nella valorizzazione di alcuni pezzi pregiati: Zanni, Costa, Casadei e Distefano su tutte.
In vista della prossima stagione, la società è tornata sui propri passi. Si è puntato un allenatore del territorio, Alain Conte, che conosce bene la cadetteria. Negli anni addietro ha compiuto il suo capolavoro alla guida del San Marino, issando le titane dalla C alla A.
L’obiettivo sportivo non cambia, si punterà nuovamente ad una non troppo tribolata permanenza nella categoria. Sarà però compito del nuovo tecnico rinsaldare il legame con il settore giovanile, non più chiamando randomicamente qualche giocatrice ad allenarsi in prima squadra senza darle seguito, oltre a riavvicinare e rinvigorire la passione di chi per questa maglia ha sempre dato tanto come Beleffi, Carlini, Bizzocchi.
Di sicuro l’ultimo anno ha rappresentato uno step di crescita importante non solo per la squadra ma anche per la dirigenza: non vale la pena snaturare la propria anima inseguendo irraggiungibili chimere di grandezza.