LA VOCE DI ROMAGNA. "Faccio lo stadio e compriamo il Cesena"

Per ‘bucare’ un tessuto economico di un certo territorio, servono tre cose: la proposta rivoluzionaria, un planning perfetto, una piena conoscenza informativa del territorio. Il territorio: la Romagna, Cesena nella specie. La proposta rivoluzionaria: uno stadio di nuova generazione, attorno al quale sviluppare un progetto di investimento. Il planning perfetto: la mente di Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso Holding spa, Artribune e docente di Project finance alla Luiss. Una piena conoscenza informativa del territorio: un imprenditore di talento locale in grado di mantenere rapporti con la creme dell’alta finanza romagnola, ovvero Lorenzo Tersi. Tersi è il manager del vino per eccellenza, l’ideatore del Cesena Wine festival che a novembre animerà la città. Tersi è figlio di questa terra e da tempo sta preparando la ‘zampata’ che può porlo al centro del sistema imprenditoriale romagnolo. Ha i numeri. Ha l’ambizione. E da qualche tempo, ha pure Paolo Cuccia al suo fianco. Sono stati loro due i mattatori di Carta Bianca, l’area delle nuove proposte per la Cesena del futuro, dove hanno illustrato il progetto per il nuovo stadio che sta animando tutti i principali dibattiti tra tifosi e non in città, sull’onda degli ultimi sviluppi sugli asset societari del Cesena.
“Siamo davanti ad una proposta di business ben ponderata, che ha già riscosso successo e che, soprattutto, ha tutto il sostegno possibile da parte del Comune di Cesena - spiega -. Perché è affascinante, vincente, e può veramente mettere la Romagna anche al centro dell’imprenditoria sportiva italiana. Il sindaco Lucchi basta che dica: ‘Sì, la cosa ci piace, potete procedere’... e noi lo faremo”.
Tersi, da dove proverrebbero i capitali per un’opera infrastrutturale di questo tipo?
“Da imprenditori che hanno trovato ‘sexy’ l’idea. Imprenditori che hanno già dato la loro disponibilità”.
Si fanno diversi nomi in queste ore...
“Non è il caso di esagerare. Lasciamo che questa proposta maturi: se l’abbiamo fatta, io e l’ingegner Cuccia, una ragione ce l’abbiamo. E’ stata elaborata con un know how importante: lui ha un curriculum che parla da solo, io credo in questi anni di aver conosciuto in maniera sufficiente il territorio locale per sapere chi potrebbe sostenere questo progetto. Ma la situazione rimane delicata. Di certo Ansaldi non ha nulla a che fare con questa nostra ‘provocazione’. Molti hanno fatto due più due guardando il curriculum di Paolo, ma si sbagliano... ”.
Tersi, l’obiettivo è arrivare anche ad una partecipazione societaria nel Cesena legata a questo businness?
“E’ una via. Una delle due vie possibili, in effetti. Quella più completa, senza dubbio. C’è chi può essere interessato anche solo all’indotto, ma è chiaro che un progetto di business di questo tipo sarebbe perfetto per chi volesse entrare in una realtà sportiva più a fondo”.
Ma il Cesena non è in vendita, ufficialmente.
“Igor Campedelli ha dimostrato di saper fare calcio, in questi anni. Quindi, se cogliesse la bontà del progetto, sono sicuro che non ci penserebbe due volte a muoversi in tal senso. Quella che stiamo offrendo è un’iniziativa credibile, solida, sostenibile: il resto può tranquillamente essere una conseguenza”.
‘Stiamo’ chi?
“Io, l’ingegner Cuccia e tutti gli imprenditori che stanno sostenendo quest’idea”.